5 LUGLIO - 7 SETTEMBRE 2025
SHAMAN - Visioni dionisiache
Mostra Collettiva
a cura di Alfredo Moraci e Daphnee Thibaud
VERNISSAGE: 5 LUGLIO 2025
Dalle ore 19:00 Inaugurazione del Murales di Marco Rèa e della Mostra Shaman
Dalle ore 20:00 DjSet by Maison Binario
PRESSO IL MUSEO TUSCOLANO SCUDERIE ALDOBRANDINI DI FRASCATI
Piazza Marconi, 6 - 00044 Frascati (RM)
www.mu-sa.it
Orario visite :
Da martedì a domenica: 10:00 - 19:00
lunedì chiuso


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Shaman - Visioni Dionisiache
Dal culto dionisiaco alla street art.
Alessandra Carloni / Alice Pasquini / Andrea Casciu / Andrea Gandini / Chekos / Controllo Remoto / Daniele Tozzi / DesX / Diavù / Difuz / Fidia / Gofy / Hazkj / Krayon / Leonardo Crudi / Lidia Cao / Lucamaleonte / Marco Rea / Matt x Zekky / Merioone / Mister Thoms / Nicola alessandrini / Orghone / PichiAvo / Piskv / Rosmunda / Stom500 / Warios
Nel cuore dei Castelli Romani, tra l'eco di culti arcaici e i profili millenari delle colline tuscolane, prende forma una mostra che intende dissolvere i confini tra tempo, memoria e creazione: Shaman - Visioni Dionisiache.
L’esposizione si propone di unire l’archeologia classica con la street art, mettendo in comunicazione la memoria storica con una visione contemporanea del gesto artistico, inteso come esperienza rituale di trasformazione e accesso a dimensioni altre della coscienza. La mostra si inserisce nel programma degli eventi celebrativi per il venticinquesimo anniversario del Museo Tuscolano, ospitato nel seicentesco edificio delle scuderie di Villa Aldobrandini, e trasformato nel 2000 in un moderno spazio polifunzionale, grazie all’intervento dell’architetto Massimiliano Fuksas. La struttura accoglie una collezione archeologica permanente con reperti provenienti dall’antica città di Tusculum e dal territorio di Frascati, molti dei quali evocano il culto di Dioniso, noto ai Romani come Bacco: divinità della vigna e del vino, degli stati alterati di coscienza, principio di unione degli opposti e simbolo del ciclo vitale di morte e rinascita. Tra le opere esposte spicca la cosiddetta Menade Tuscolana, una scultura rinvenuta nel 2023. La statua rappresenta una figura femminile acefala, seminuda, avvolta da un panneggio che aderisce alle forme del corpo con vibrante sensualità. L'elemento iconografico della nebride, la pelle di cerbiatto posta sulla spalla, consente di identificarla come una seguace di Dioniso. Le Menadi, o Baccanti, erano protagoniste di rituali notturni, che si svolgevano sui monti alla luce di fiaccole, lontano dalla città, dove abbandonavano i vincoli imposti dalla società per immergersi in stati di trance mistica (manía), indotti dalla musica ossessiva, dalla danza frenetica e dal consumo di vino e sostanze psicotrope. Il culto dionisiaco, misterico ed esoterico, inizialmente riservato alle sole donne, si configurava come un’esperienza collettiva di rottura, di libertà ed elevazione: attraverso l’estasi, si trascendevano i confini dell’identità ordinaria per accedere a una dimensione spirituale altra, ultraterrena. In questo contesto, l’ebbrezza non era disordine, bensì uno strumento di conoscenza e di trasformazione.
La Menade diventa così la figura centrale e simbolica della mostra, emblema del passaggio tra mondo razionale e stato alterato, tra realtà tangibile e visione. La sua presenza scultorea ci ricorda l’esistenza di un’altra coscienza, testimone silenziosa di una memoria arcaica che ancora oggi vibra nel profondo. Io stesso, cresciuto a contatto con l’estetica del graffito urbano, con esperienze legate all’organizzazione di rave party, sento forte questo legame con il mondo dionisiaco. In quegli eventi illegali, al limite tra musica, arte e rito, ho riconosciuto lo stesso desiderio di liberazione, di comunione estatica, di perdita dei confini dell’io, che muoveva i riti dionisiaci nel mondo antico.
La mostra Shaman indaga questo spazio di passaggio, e lo fa chiamando a raccolta artisti della scena street art internazionale, che incarnano la figura dello sciamano urbano. L’artista di strada, spesso legato a movimenti underground, alla disobbedienza culturale, non è solo un autore ma un medium, un trasmettitore di visioni. Come lo sciamano antico, egli agisce nella notte, nei margini, portando simboli, immagini e messaggi che sconvolgono l’ordine convenzionale.
Shaman. Visioni Dionisiache è molto più di un’esposizione: è un invito al viaggio interiore, una soglia verso il non ordinario. Un omaggio al potere arcaico dell’arte di toccare il profondo, di dischiudere l’ignoto, di restituirci alla nostra memoria primordiale.

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